Quanto rende realmente il tuo BTP?
- Costantino Cutolo
- 6 nov 2020
- Tempo di lettura: 3 min
Il contenuto di questo articolo parte da un assunto banale:
NON è la cedola che fa il rendimento.
Eppure ho potuto constatare che questo concetto non è così noto come dovrebbe.
E così capita spesso che, confondendo cedola e rendimento, qualcuno mi dica: "ah, ma io ho i btp vecchi, quelli che rendono tanto!".
Infatti, fra chi ha acquistato o ereditato btp emessi nel periodo in cui i tassi di interesse erano molto più alti di quelli attuali, serpeggia l'errata convinzione di avere fra le mani qualcosa di molto raro, da non vendere per nessuna ragione perché ha rendimenti ormai fuori mercato.
Ma è realmente così?
La risposta è NO! Ma procediamo con ordine.
Il rendimento a scadenza di un btp è dato dalla somma di 2 componenti:
il flusso cedolare, e quindi le cedole che semestralmente verranno distribuite;
la differenza fra il prezzo attuale e quello di rimborso (che sarà 100).
Facciamo degli esempi.


Questo btp, con scadenza 2023 ha una cedola lorda annua pari allo 0,65%, ed un prezzo di scambio pari a 102.7.
Questo che vuol dire che da qui alla scadenza:
- distribuirà cedole pari allo 0,65% annuo per 3 anni per un totale dell' 1,95%.
- il suo prezzo passerà da 102,4 a 100, con una perdita del 2,3%.
Avere in portafoglio 10.000 unità di questo titolo ad oggi, significa dunque avere 10.270 €. Questo è ciò che incasserei vendendolo subito. (Per la precisione a questo importo va aggiunto il rateo, che è quella parte della prossima cedola semestrale a cui ho diritto per averlo detenuto per X gg del semestre immediatamente precedente a questa. Nel caso di esempio è numericamente poco rilevante essendo passati solo 20 gg dall'ultimo stacco, per cui per semplicità di calcolo lo ho estromesso dalla valutazione. Per chi volesse maggiori informazioni su cosa è il rateo, e come si calcola, di seguito un link ad una pagina dedicata https://www.borsaitaliana.it/borsa/glossario/rateo.html ).
Portando invece il titolo a scadenza, siccome il valore del titolo tornerà a 100, mi ritroverei con 10.000 € più le cedole incassate che saranno pari a 195 € (65 € per 3 anni).
Detenerlo quindi comporta una perdita secca.
Ma vediamo come cambiano le cose per uno di quei Btp "vecchi", con cedole importanti.


In questo caso, il titolo ha una cedola annua del 9% e un prezzo di mercato pari a 127,70. Sempre nell'ipotesi di avere 10.000 unità in portafoglio, vendendolo oggi potrei incassare 12.770 € più il rateo (anche qui non troppo consistente essendo passati solo pochi gg dall'ultima cedola). Aspettando la scadenza, invece, mi ritroverei con 10.000 € più 2.700€ di cedole (900 € per 3 anni) per un totale di 12.700 €. Anche in questo caso quindi mi ritroverei con un risultato peggiore se scegliessi di tenere il titolo per altri 3 anni piuttosto che venderlo subito.
Come detto, non è la cedola a fare il rendimento, che nel caso in questione è infatti negativo nonostante la cedola altissima. Chiaramente non si sta parlando del rendimento complessivo conseguito con l'operazione, ma del rendimento conseguibile da oggi fino alla scadenza.
Quindi non c'è nessuna differenza fra due btp di pari durata, ma con cedole diverse?
In termini di risultato a scadenza no, poiché il maggior valore che sarà in grado di generare il titolo con con cedole più alte, è già considerato nel suo prezzo di scambio, che sarà più alto come nel secondo caso di esempio.
La differenza di rendimento fra un btp e un altro dipende solo dalla durata.
Quale è questo rendimento in base alla durata si evince facilmente guardando la curva dei rendimenti riportata di seguito.

Attualmente tutti i btp che hanno scadenza nel 2024 (o antecedente) hanno rendimenti negativi. Detenerli è di fatto solo un costo.
Un btp con 10 anni di vita residua, invece, ha ad oggi un rendimento pari allo 0,65% lordo annuo, indipendentemente da quale è l'entità delle cedole distribuite.
Per arrivare ad un rendimento dell'1% annuo lordo bisogna guardare a titoli con scadenza fra più di 15 anni.
Per informazioni di dettaglio su quanto rende esattamente uno specifico btp si può consultare questo sito https://www.rendimentibtp.it/ .
In conclusione, l'analisi dei rendimenti a scadenza dei nostri titoli è qualcosa che andrebbe periodicamente rivisto. Gli scenari mutano e a volte lo strumento che era conveniente da tenere tempo fa, potrebbe non avere più senso oggi.
Nell'ultimo periodo i rendimenti dei titoli di stato, grazie al supporto della BCE, hanno vissuto un repentino abbassamento dei tassi di interesse, con conseguente aumento delle quotazioni dei titoli sul mercato. Tutto ciò in un momento in cui le casse dello Stato stanno ulteriormente deteriorandosi a seguito di un debito pubblico che aumenta giorno dopo giorno.
Per chi ancora non lo ha fatto, è giunto forse il momento di fare delle valutazioni più approfondite su degli strumenti il cui rapporto rischio/rendimento è diventato tutt'altro che attraente.
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